Cura della distasi
Addominoplastica e mini addominoplastica
L’intervento tradizionale consiste nell’addominoplastica e nella sua variante miniaddominoplastica. Questo intervento, molto utile nelle persone con grembiule adiposo (dato che può essere allo stesso tempo realizzata una dermolipectomia, ovvero l’asportazione della pelle in eccesso e del sottostante tessuto adiposo), è meno gradito dalle pazienti magre o comunque in buona forma fisica, a causa dei suoi esiti cicatriziali molto ampli.
Da alcuni anni è disponibile un nuovo intervento minimamente invasivo per il trattamento della diastasi dei retti. Si tratta della riparazione endoscopica pre-aponeurotica (R.E.P.A.) della diastasi dei retti, una tecnica messa a punto dal Dr. Derlin Juares Muas, importante chirurgo della parete addominale argentino (la scuola argentina di chirurgia della parete addominale è tra le più antiche e gloriose del mondo). La metodica prevede la realizzazione di tre piccole incisioni (due da 10 mm circa ed una da 5 mm circa) al di sopra del pube: attraverso di queste, con tecniche ben note ai chirurghi che si occupano di chirurgia laparoscopica avanzata della parete addominale, si suturano le fasce dei muscoli retti addominali, ricostruendo la linea media dell’addome e riparando la diastasi, e si stabilizza e rinforza tale riparazione mediante il posizionamento di una rete – la qual cosa riduce il rischio di recidiva. Questo intervento, dai risultati davvero eccellenti, è molto popolare nei Paesi Iberoamericani (Spagna e Paesi dell’America Latina), mentre altrove è praticamente sconosciuto. In Italia è realizzato dal Dr. Salvatore Cuccomarino, che ha lavorato per molti anni in Spagna ed ha appreso la tecnica direttamente dal Dr. Juares Muas, suo amico personale.
Chrirugia endoscopica e laparoscopica
Innanzitutto precisiamo che NON sono la stessa cosa. Nella chirurgia laparoscopica della parete addominale – a meno di padroneggiare tecniche molto avanzate di separazione dei componenti, oggi patrimonio di pochi chirurghi al mondo – quello che normalmente si fa è posizionare una rete per riparare un difetto della parete. Non si esegue, quindi, nessuna plicatura della fascia dei retti. Con la tecnica endoscopica, invece, si realizza la plicatura per via anteriore, esattamente come nell’addominoplastica tradizionale, ma senza la cicatrice dell’addominoplastica. Possiamo dire che la chirurgia endoscopica è, come la chirurgia laparoscopica, minimamente invasiva; ma gli spazi in cui ci simuove, e quindi i gesti tecnici che si possono realizzare, sono molto diversi. La principale complicanza dell’intervento endoscopico è la formazione di un sieroma o di un ematoma. Peraltro si tratta di una complicanza comune anche nell’addominoplastica, che si risolve lasciando un drenaggio per qualche giorno ed indicando l’uso della fascia addominale. La percentuale di recidive è minore rispetto all’addominoplastica tradizionale, proprio grazie all’uso della rete.L’intervento prevede in genere un paio di notti di ospedalizzazione; vine posizionato un drenaggio, a volte due, che possono essere tolti al momento della dimissione o alla prima visita postoperatoria, secondo il giudizio del Chirurgo. La paziente dovrà portare da subito e per un mese una fascia addominale, e per lo stesso tempo dovrà evitare di fare sforzi od attività sportiva.
Riparazione endoscopica pre-aponeurotica (R.E.P.A.)
Da alcuni anni è disponibile un nuovo intervento minimamente invasivo per il trattamento della diastasi dei retti. Si tratta della riparazione endoscopica pre-aponeurotica (R.E.P.A.) della diastasi dei retti, una tecnica messa a punto dal Dr. Derlin Juares Muas, importante chirurgo della parete addominale argentino (la scuola argentina di chirurgia della parete addominale è tra le più antiche e gloriose del mondo). La metodica prevede la realizzazione di tre piccole incisioni (due da 10 mm circa ed una da 5 mm circa) al di sopra del pube: attraverso di queste, con tecniche ben note ai chirurghi che si occupano di chirurgia laparoscopica avanzata della parete addominale, si suturano le fasce dei muscoli retti addominali, ricostruendo la linea media dell’addome e riparando la diastasi, e si stabilizza e rinforza tale riparazione mediante il posizionamento di una rete – la qual cosa riduce il rischio di recidiva. Questo intervento, dai risultati davvero eccellenti, è molto popolare nei Paesi Iberoamericani (Spagna e Paesi dell’America Latina), mentre altrove è praticamente sconosciuto.Cosa aspettarsi dopo l'intervento chirurgico per la diastasi addominale
Nei primi giorni è consigliato il riposo assoluto per evitare sforzi all'addome. Le normali attività quotidiane possono essere riprese con cautela dopo circa una settimana, previa autorizzazione del medico. Il rientro al lavoro e la routine abituale richiedono circa tre o quattro settimane.
L'attività fisica deve essere ripresa gradualmente dopo almeno due mesi, sempre utilizzando una guaina contenitiva.
La riabilitazione post intervento: come guarire più velocemente
facilita il recupero dei tessuti,
aiuta a drenare l’edema post-operatorio e a ridurre il dolore attraverso specifiche terapie fisiche.
migliora l’aspetto della cicatrice prevenendo le aderenze cicatriziali che in caso di formazione sono poi fonte di ulteriori disturbi e disfunzioni.
ripristina il tono e trofismo della muscolatura della parete addominale, del pavimento pelvico e di tutto il core dando così stabilità e sostegno alla colonna vertebrale e migliorando la postura, aiutando cosi a prevenire le tanto temute recidive.